Io.

18 febbraio 2015


Sto imparando.

Lo dico ai miei figli. E a chi legge. Ogni giorno è un nuovo giorno, ogni giorno si può rinascere, magari uguali, magari un po' diversi, ma si può rinascere ancora e ancora. E sperare e credere. In se stessi, prima di tutto. Ho imparato una cosa su di me. Spesso mi "feriva" un giudizio degli altri. Le persone mi vedono come "diplomatica", le più esplicite come una persona che non prende posizione. Quando vedo cosa non mi piace, spesso non voglio combatterla. Io non voglio che la mia vita sia una serie di battaglie CONTRO qualcosa o qualcuno. Voglio che la mia vita sia una battaglia PER qualcosa o qualcuno.

22 settembre 2014

E' così che mi sento. Stanca. Affaticata, svuotata.
Con una voglia di piangere che preme in gola e che ricaccio,
con ostinazione.
Non voglio piangere, troppo facile.
Non me lo permetto. Prima di tutto perché, dopo aver pianto fiumi
di lacrime, vesto di nuovo gli stessi panni.
E sono stanca.
Stanca di scegliere di essere felice .
E mi sento una ingrata.
Che mi manca? Forse non ho un tetto sulla testa, acqua calda e
fredda, cibo e denaro?
Ogni giorno mi ripeto che è facile essere egoisti, presuntuosi, 
arroganti, che non è il percorso che voglio fare ed ogni giorno 
prendo schiaffi per aver scelto di essere altro.
Oggi mi pesa.
In verità mi pesa sempre. Quasi sempre.
Non sono nata buona, scelgo di esserlo, ogni giorno, ogni 
sacrosanto giorno.
Sarà questo? Forse non si può reggere questa forzatura della natura?
Forse dovrei arrendermi e dare spazio a quella parte di me che 
vuole distruggere tutto.
Fare come chi ha bisogno di sminuire l'altro per sentirsi migliore.
Fare come chi sparla alle spalle e sorride quando ti vede.
Manipolare le persone. Far leva sulle debolezze. Costringere.
No, non lo voglio fare.
Oggi piango.

Mi passerà.

01 agosto 2014


Oggi è giusto un anno … coincide con il compleanno di Leonardo e, per questo motivo non posso scordarlo, ma è una data che non detesterò mai. E’ un giorno felice, il primo agosto è l’anniversario della nascita di mio figlio, e quanto che è accaduto un anno fa il destino ha voluto che coincidesse … Un anno fa ho detto addio ad un sogno cullato per anni, per molti anni. Una vita. Anzi, due vite. Mio marito ed io abbiamo combattuto con caparbietà, al limite, a volte, della sopportazione, anche reciproca. D’altra parte, si sa, le difficoltà, i problemi non sono un toccasana per i rapporti, e noi di problemi per riuscire a mantenere quell’impegno sa il cielo se ne abbiamo avuti! ma, nonostante tutti i nostri sforzi,  abbiamo perso quella che avrebbe dovuto essere la nostra casa. Non è stato facile superarlo e andare oltre. Da quando è successo ho provato tante emozioni,e, tra le tante, persino sollievo … si perché il peso economico era diventato insostenibile e le prospettive di miglioramento, con la crisi galoppante, semplicemente non c’erano … l’unica soluzione è stata vendere. Anzi, svendere. E abbiamo avuto pure fortuna, perché il mercato era saturo...  Nonostante sappia che è stata la decisione giusta, non posso fare a meno di pensare a come sarebbe stata la nostra vita se fossimo riusciti nel nostro intento … mi sono immaginata ogni stanza, l’avevo riempita, nella mia immaginazione, di piccole cose fatte da me, alcune ancora le conservo, anche se evito accuratamente di aprire quegli scatoloni pieni di sogni mai realizzati …  non so come né perché, da sogno, è diventato un rimpianto. Mi rimprovero  ogni volta che ci penso … sono certa di non aver lottato abbastanza, di non averci creduto abbastanza. Per questo voglio dirti che se davvero vuoi qualcosa, se davvero davvero lo vuoi, allora non smettere di sperare, non smettere di sognare … se davvero davvero lo vuoi , semplicemente non smettere.  Non smettere.
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